Scatti di poesia | E io, che mai per mio veder non arsi
Il progetto, programmato con cadenza annuale, intende fungere da laboratorio di ricerca per la produzione di immagini fotografiche della Puglia, originali e creative, ispirate a testi poetici dedicati a diversi aspetti della regione. L’idea che sottende la mostra “fotoletteraria” Scatti di poesia mira, infatti, a produrre “visioni” artistiche della Puglia in virtù di un incrocio creativo tra poesia e fotografia, che – per la prima edizione – vede coinvolti dodici poeti pugliesi tra i più rappresentativi (Aldo Bello, Vittorio Bodini, Raffaele Carrieri, Girolamo Comi, Gianni Custodero, Giuseppe D’Alessandro, Luigi Fallacara, Umberto Fraccacreta, Carlo Francavilla, Rosella Mancini, Vittorio Pagano, Cristanziano Serricchio) e altrettanti fotografi pugliesi o di origine pugliese (Mimmo Attademo, Berardo Celati, Angela Cioce, Stefano Di Marco, Giuseppe Di Palma, Carlo Garzia, Cosmo Laera, Gianni Leone, Giuseppe Pavone, Michele Roberto, Pio Tarantini, Gianni Zanni).
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E io, che mai per mio veder non arsi

Fotografia di:

Franco Sortini

ispirata a: Paradiso XXXI, 34-36

veggendo Roma e l ’ ardüa sua opra, stupefaciensi, quando Laterano a le cose mortali andò di sopra

Rassegna
scatti di poesia 2021
Tags
Anita Piscazzi, Franco Sortini
I versi:

E io, che mai per mio veder non arsi

Paradiso XXXIII, 28

 

fui costretta a porgerti una preghiera
perché i miei occhi videro più luce,
fino a che dissi di cercare quel suono

 

che mai ascoltai da strumento, se non
con l’aiuto di una fiamma fioca che
aveva sembianze umane, ma confuse.

 

Seppure il viso mio impallidì, nulla dissi
che potesse disturbare la visione, perché
in quel momento m’apparve l’eterno.

 

Anita Piscazzi