veggendo Roma e l’ardüa sua opra,
stupefaciensi, quando Laterano
a le cose mortali andò di sopra
Paradiso XXXI, 34-36
E io, che mai per mio veder non arsi
Paradiso XXXIII, 28
.
fui costretta a porgerti una preghiera
perché i miei occhi videro più luce,
fino a che dissi di cercare quel suono
.
che mai ascoltai da strumento, se non
con l’aiuto di una fiamma fioca che
aveva sembianze umane, ma confuse.
.
Seppure il viso mio impallidì, nulla dissi
che potesse disturbare la visione, perché
in quel momento m’apparve l’eterno.
.
Anita Piscazzi